Se siete su questo Blog è perche amate l'avocado: questo frutto verde e giallo “che fa impazzire il mondo" (parafrasando una pubblicità di qualche tempo fa) è sicuramente un fenomeno di costume.
Già perché il costume e le mode, ai tempi d'oggi, hanno una grande importanza anche in cucina: da quando gli chef sono famosi come calciatori e i ristoranti, pur di conquistare l'ennesima stella Michelin, sarebbero capaci di vendere l'anima al diavolo.
Capita così che un frutto, anzi una drupa, capace di avvolgere con la sua cremosità, di dare una sensazione di freschezza ai palati avvezzi al piccante del peperoncino e all'acidità del lime o del limone, si ritrovi ad essere protagonista di una disputa internazionale che vede come contendenti da una parte gli ecologisti e dall'altra le multinazionali: come dire Davide contro Golia.
Ma Davide ha armi che, anche se non eccessivamente grandi, sono molto affilate, si fanno sentire e riescono a muovere l'opinione pubblica, demonizzando il povero frutto.
In America Latina, soprattutto Cile e Perù, l'avocado è il vero oro verde che porta nelle tasche di pochi latifondisti senza scrupoli, ingentissimi guadagni.
Il tutto senza nessun riguardo nè per le popolazioni e nè per la natura: i primi, alle prese con la siccità indotta dal furto dell'acqua dai canali operata dagli imprenditori per permettere la crescita del frutto in un terreno permeabile e privo di scheletro; la seconda seviziata dalla deforestazione selvaggia eseguita per far posto alle piante di avocado coltivate in maniera intensiva.
Tutto questo è fomentato dalla crescita esponenziale dei consumi, nei paesi industrializzati, di questa “pera verde” che non conosce tregua.
Tra l'altro l'avocado cresce solo in pochi terreni, è molto sensibile al freddo ed al vento, è altrettanto sensibile alla salinità ed al contenuto di calcio nell'acqua, per cui le produzioni avvengono solo in pochi posti al mondo.
A soddisfare la fame degli europei di guacamole, ci sta pensando soprattutto la Spagna, seguita a molta distanza dall'Italia.
Sicuramente in Italia le regioni più votate sono le meridionali: tra queste infatti la parte del leone la fa la Sicilia orientale, seguita dalla Calabria Ionica e dal Salento.
Ma allora anche i meridionali sono cattivi perché coltivano il “mostro verde” ?
Devo chiarire che la coltivazione in Italia avviene con metodi diversi rispetto a quelli utilizzati in sudamerica, utilizzando la stessa quantità di acqua normalmente richiesta per la crescita degli agrumi, piantando con sesti molto ampi che danno respiro alla pianta, utilizzando concimi esclusivamente biologici, facendo ricorso alla pacciamatura vegetale per trattenere l'umidità nel terreno senza favorire il ristagno di acqua, vero nemico delle radici dell'avocado.
Per finire devo orgogliosamente far presente che il gusto dell'avocado italiano, e calabrese soprattutto (visto che sono di parte), è sicuramente migliore di quello estero, la filiera è molto corta ed i trasporti non richiedono l'utilizzo di navi attrezzate di mezzi frigoriferi per mantenere integro, dell'avocaco appena colto, l'aspetto, più che il sapore !